La Storia del Grano Senatore Cappelli
Chi era il Senatore Raffaele Cappelli e perché il grano italiano porta il suo nome
Chi era il Senatore Cappelli e perché porta il suo nome una nota varietà di grano italiano? Qual è stato il suo contributo all’agricoltura della prima metà del 1900? Dobbiamo dire grazie anche a un agronomo e genetista marchigiano.
Oggi è probabilmente la tipologia di grano più nota in Italia. La Senatore Cappelli è una cultivar di grano duro autunnale particolarmente rinomata, i cui derivati sono molto usati anche nell’alta cucina. Ma per quale motivo questa varietà di frumento ha assunto il nome di una persona realmente vissuta? Chi era il Senatore Raffaele Cappelli e come è legato a tale tipologia di materia prima?
Andiamo insomma a scoprire chi era il Senatore Raffaele Cappelli, e per quale motivo oggi una delle varietà di grano più note e riconosciute porta il suo nome. Bisogna tornare indietro di oltre cento anni, a quando nel 1906 il marchese Raffaele Cappelli, proprietario di numerosi possedimenti terrieri nei pressi di Foggia, affidò al genetista e agronomo Nazareno Strampelli parte di questi campi da destinare alla coltivazione sperimentale. L’obiettivo? Riuscire a ottenere cultivar nuove e più resistenti.
Strampelli, da anni, era impegnato in un’attività di ricerca inerente l’ibridazione di varie specie di frumento, cercando di applicare le teorie di Mendell che proprio in quegli anni stavano conoscendo particolare seguito. Strampelli aveva fisso un’obiettivo in testa: cercare di aumentare la resa dei raccolti. Ciò sarebbe stato possibile attraverso la creazione di varietà di frumento resistenti alle intemperie e alle siccità specifiche dei diversi climi tipici di varie parti d’Italia, così da poterle coltivare tanto al Nord quanto al Sud. Un’intenzione nobile, soprattutto perché in quel periodo non erano poche le persone a soffrire la fame. Creare una varietà più robusta e resistente, capace di permettere un maggiore ricavo dei raccolti, avrebbe aiutato non pochi agricoltori altrimenti in difficoltà. Quando arrivò l’offerta da parte del Senatore il buon Strampelli non esitò e da Rieti (dove deteneva una cattedra) si recò in Puglia per avviare, gestire e monitorare il suo granaio sperimentale. Il regime fascista, anni dopo, favorì anche l’attività dello scienziato e genetista, appoggiando e supportando il suo impegno. Strampelli, con le sue ricerche e i suoi risultati, fu messo al centro della propaganda di regime nella cosiddetta ‘Battaglia del grano’, la politica di indipendentizzazione italiana dalle forniture estere di frumento, fino a quel momento importato per lo più da Russia e Stati Uniti.
Nel 1915 vide ufficialmente la luce la Senatore Cappelli, ricavata dalla varietà di origine tunisina Jenah Rhetifah, dall’importante valore proteico e rivelatasi particolarmente adatta alla pastificazione. In pochi decenni questa tipologia di frumento conobbe una grande diffusione sul territorio nazionale grazie all’ottima capacità di resa, minore necessità idrica e più elevata resistenza a malattie del grano e agenti atmosferici avversi. Negli anni 60 del secolo scorso il Senatore Cappelli fu il grano più presente in Italia, sino al 60% delle coltivazioni totali, soppiantato poi man mano da varietà dalla maggiore resa ma non adeguata qualità. Con la riscoperta e rivalorizzazione dei grani antichi, poi, negli ultimi anni Senatore Cappelli (che, comunque, come abbiamo visto così antico non è) è tornato progressivamente alla ribalta. Nel 2017 la sua produzione si è assestata sui 2,5 milioni di kg.
Essendo un frumento molto duro la pasta che se ne realizza difficilmente arriva a scuocersi, rimanendo invece al dente. Anche da un punto di vista nutrizionale, il Senatore Cappelli tutt’oggi rimane uno dei migliori grani in circolazione.
Strampelli ottenne in realtà diverse varietà (circa 60) da non pochi incroci, denominando ognuna di loro in onore a persone a lui vicine o comunque ispiratrici e rappresentative della cultura italiana. Raffaele Cappelli, ovviamente, in quanto grazie a lui (e i suoi finanziamenti) aveva potuto portare avanti i suoi studi e la sua ricerca in materia.