Simona Lauri
Nasce come un panificatore artigiano, consulente tecnico nonché tecnologo alimentare , ma estende la propria conoscenza anche con : Quite Ass Culturale, casa editrice di Quotidie Magazine, dove ricopre il ruolo di Presidente, nasce nel 2015 come punto di riferimento formativo nel settore enogastronomico per tutelare e difendere le specializzazioni culinarie. Attraverso convegni, corsi, eventi, manifestazioni e canali di comunicazione ( compresa la testata giornalistica di cui è anche il Direttore Responsabile.)
La storia
Nipote d’arte da tre generazioni svolgo la mia attività in Italia e all’ Estero. Laureata nel 1992 in Scienze delle Preparazioni Alimentari a Milano con laurea quinquennale, iscritta all’Ordine dei Tecnologi Alimentari nel 1996, consulente tecnico di Aziende, Portali, Tribunali, Associazioni, Enti, Agenzie, Fiere, Università, ecc. per quanto riguarda il complesso mondo dell’arte bianca. Per nove anni consulente tecnico della Federazione Italiana Panificatori Pasticceri e Affini (FIPPA) di Roma e autore per conto della FIPPA del mio secondo testo di panificazione I segreti di un’arte, del primo pane italiano in assoluto realizzato con la farina di quinoa – QUITE (2009) al quale ha fatto seguito nel 2016 un’altra innovazione LINE realizzato sia con la farina sia con le foglie di quinoa. Già docente di microbiologia e tecnologia degli alimenti Fac Agraria Univ. Torino, membro commissione esami di Stato per Tecnologi Alimentari, docente in Corsi Master presso Agenzie, Aziende, Fiere, Associazioni di categoria e relatore in moltissimi Convegni, Seminari tecnici, Tavole rotonde. Più volte membro di giuria in competizioni mondiali e nazionali. Autore di quattro testi di panificazione e consulente tecnico specialistico per diverse riviste scientifiche. Nel 2014 divento giornalista pubblicista e nel 2015 fondo e dirigo Quotidie Magazine. Partecipe in diverse trasmissioni televisive locali già nel 2002 alle quali ha fatto seguito Linea Verde (2010), tre puntate di Geo (2017) e Indovina chi viene a cena? (2017) e diversi interventi come opinionista/esperto tecnico su testate giornalistiche cartacee e non, su temi del settore. Un’azienda solida seguita da professionisti artigiani panificatori, pizzaioli , titolari di aziende, aziende molitorie, tecnici e dimostratori che necessitano di una consulenza per problematiche inerenti ai prodotti, etichette, processi, corsi, eventi, dimostrazioni estere ecc. Inoltre mi interfaccio , continuamente, con gli avvocati per le perizie tecniche e gli appassionati casalinghi che frequentano i corsi e leggono i vari interventi.
Come sono cambiati i consumi nel settore food negli ultimi anni?
Negli ultimi 50 anni l’alimentazione è cambiata. Viviamo nell’epoca dell’imbarazzo della scelta, del troppo, dei consumi, del benessere, dello spreco, delle fake news e degli inventori pazzi. In linea generale, si è passati da un consumo di pane pro-capite al giorno di circa 1,0 Kg nel 1861 a 230,0 g nel 1980 agli attuali 100,0 g. I fattori di questa drastica riduzione dei consumi sono differenti e non mi soffermo, ma quello che balza all’occhio, oltre al cambiamento degli usi e costumi della società, è il cambiamento radicale della “mentalità” del cibo; si è passati da necessità a moda, business. Tutti ormai si occupano di alimentazione e tutti parlano di diete dimagranti, di cibi che fanno bene e che fanno male, ecc. Secondo la mia esperienza posso dire che : Non esiste parlare dei “5 veleni bianchi” nel cibo, ma di un modo di mangiare più salutare, senza escludere nessun cibo. Rispettare la stagionalità dei cibi; questa è la prima cosa in assoluto per non mangiare “veleni veri” usati come conservanti, se vogliamo restare in tema.
Ecco un motivo della riduzione dei consumi di pane; tutti i nutrizionisti, dietologi ecc., la prima cosa che fanno è eliminare il pane e la pasta a favore di cibi iperproteici per poi magari consigliare il consumo dei sostituti del pane come crackers e grissini. Sanno quante calorie i contengono in più rispetto al pane? La variazione poi è figlia anche delle fake news, dei medici star e degli influencer pagati appositamente per influenzare le tendenze del mercato e le mode a loro piacevole business. Se le persone s’informassero meglio anche noi professionisti non dovremmo affrontare richieste assurde e assistere ogni giorno alla snaturalizzazione del pane e della pizza, simboli in assoluto della nostra italianità nel mondo. Tutti ci copiano, tutti ci invidiano, ma siamo noi che non siamo capaci, delle volte, di difendere la nostra arte, le nostre tipicizzazioni e la nostra artigianalità. Le innovazioni del settore ci devono essere, perché sono figlie del progresso, ma devono viaggiare su binari paralleli rispetto alle tipicizzazioni e, a mio modesto parere, non si devono sostituire ad esse. Non parliamo poi della situazione economica attuale.
Quali canali ha scelto per la comunicazione nel settore e in che modo sta promuovendo e sostenendo il settore in questo periodo di trasformazione?
Ho deciso di investire nel Web perché più immediato, più alla portata di tutti e più comodo ed economico per il consumatore. Raggiungi il mondo in pochi click. La testata punta su una formazione tecnica estremamente professionale, scientifica e gratuita. Le persone che decidono di uscire dagli schemi dei tuttologi social cercano scienza, formazione, assistenza tecnica, legislazione e verità. Divulghiamo la nostra italianità quotidiana, passioni, turismo, ambiente, vino, interviste su qualsiasi argomento (anche molto scomode, ma il giornalismo è proprio questo). Inoltre, nel periodo della chiusura delle attività e nel momento della ripartenza abbiamo dato a tutte le aziende del food, la possibilità sia di raccontare la loro storia sia di usufruire gratuitamente dei nostri canali d’informazione per promuovere la loro attività.
Qual è l’elemento che vi differenzia dalla concorrenza?
Sono un artigiano panificatore, tecnologo alimentare abbino la pratica alla teoria. Parlo di tecnologia, microbiologia e legislazione mentre impasto, provo una ricetta e avvolgo una pagnotta. Vivo in una realtà pratica quotidiana, conosco i reali problemi del settore perché li vivo sulla mia pelle oltre al fatto di avere alle spalle una cultura universitaria specifica e studiare i report universitari e tesi di laurea quasi ogni giorno. Personalmente non amo chi sa solo “parlare” e non sa risolvere i problemi che si presentano nelle diverse realtà produttive perché il nostro mestiere è proprio quello di avere le mani sporche di farina. Ho sempre avuto le mani in pasta e insegnato ai ragazzi delle Agenzie Formative Professionali prima ad amare questo mestiere poi a farlo con onestà e rispetto. Amo le innovazioni purché siano effettivamente tali e apportino reali “vantaggi”. Non ho mai seguito le mode perché passano, i consumatori cambiano idea e il pane ti resta nella cesta, mentre le tradizioni sono per sempre; sono dentro di te e parte della tua cultura, sono il passato che permette di avere un presente e garantire il futuro. Il pane/la pizza che ti ha insegnato tuo padre, tuo nonno fa parte della tua vita, ricordi e storia; devi continuare a farlo, devi trasmettere quest’arte per evitare che la nostra tradizione culinaria possa subire un arresto.